la doratura,simbolo di potere

 In Tecniche pittoriche - Articoli DE/AR

La storia ha riconosciuto all’arte del dorare pregio ed eleganza.

Questa tecnica consiste nell’applicazione di una sottilissimo strato di oro, detto “foglia”, su superfici diverse quali oggetti d’arredo, mobili e pareti.

Esistono anche due varianti: foglia argento e la foglia rame; esse prevedono lo stesso tipo di lavorazione con un risultato analogo ma tonalità di colore diverse. L’oro, con la sua lucentezza, veniva utilizzato fin dall’antichità come decorazione per abbellire le opere d’arte.

Simbolo di potere, ma anche di eterna durevolezza per la sua incorruttibilità agli agenti atmosferici, aveva anche la funzione di preservare dall’usura del tempo, come testimoniano i sarcofaghi dei principi micenei, rivestiti da un enorme quantità di lamine d’oro, o il sarcofago di Tutan Khamon.

Le civiltà antiche di Oriente e di Occidente usavano sia l’oro che le sue imitazioni. Egiziani, Cinesi, Greci e Romani conoscevano tutte le tecniche di doratura: da quella al mercurio, molto elaborata e tossica, alla metallizzazione a lamina o a polvere.

In epoca medievale, i monaci e miniatori diffusero in tutta Europa i testi greci sulla doratura, che entrarono a far parte del patrimonio culturale di artisti e artigiani.

La doratura acquisì una sua autonomia, diventando una tecnica a sè stante.

I metodi di doratura più utilizzati anche ai nostri giorni sono a “guazzo”, la più usata nel rinascimento e la più difficile, e a “missione”, mescolanza di olio e resine usata prevalentemente per impreziosire piccole parti di dipinti e l’oro “conchiglia”, utilizzato per le decorazioni fini e scritture miniate e consistente in finissima polvere d’oro mista a gomma arabica, cosi detta perché questa veniva conservata nella valva di una conchiglia.

In Inghilterra, la doratura compare nelle decorazioni delle case dei ricchi fin dal tempo degli Stuart, quando era utilizzata soprattutto per abbellire i legni intagliati,; tuttavia, in Europa ebbe il suo momento di massimo splendore con il Barocco e il Roccocò.

Nel primo quarto del XVIII secolo, l’oro ebbe un ruolo importante negli interni ispirati all’antichità classica: i fusti delle colonne e i fregi venivano arricchite da dorature da varie tonalità .

La moda europea del settecento per le cineserie si sommò a quelle delle dorature; così, gli specchi in stile orientale avevano cornici dorate e i pannelli dipinti a mano su carta erano racchiusi da bordini e filettature dorate.

 

La rinascita neoclassica degli inizi del XX secolo presentava a sua volta ambienti bianchi e oro, mentre gli anni venti e trenta videro la nascita dell’ Art Dèco, che proponeva finiture non solo in foglia oro ma anche in argento, applicate a fregi e decorazioni, oppure vernici metalliche spruzzate su fondi monocromi.

La foglia oro è una finitura in grado di donare luce, calore e riflessi sempre nuovi allo spazio, grazie all’interazione con la luce naturale ed artificiale che raggiunge le pareti abbinandosi così perfettamente sia ad ambienti classici come moderni.

 

Francesca Bruni pubblicato maggio 2013 sulla rivista di arredamento DE/AR

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